Ciao a tutti! E benvenuti!
Noi siamo gli alunni del III Circolo Didattico di San Benedetto del Tronto.
Siamo molto felici di potervi presentare la nostra città. Seguiteci
in questo piccolo viaggio e …preparatevi a scoprire luoghi sorprendenti.
SAN BENEDETTO MARTIRE
L’atto di nascita del nostro paese?
Beh, si dice che all’inizio era solamente un colle verde che
guardava il mare, poi capitò un romano, un cristiano,
circa tre secoli dopo Cristo che si chiamava Benedetto. Lo uccisero, lo
buttarono nel fiume Menocchia, e lo accolsero i
delfini per trasportarlo verso il mare; un contadino
vide quel povero corpo abbandonato, vide i delfini, pensò ad un miracolo e
decise di raccogliere quel povero morto, lo caricò su un carro e lo seppellì in
cima al colle, poi attorno a quella tomba, nacque a poco a poco, il paese: San
Benedetto.
I resti del santo sono conservati nella Chiesa di San Benedetto
Martire.
Nel medioevo le mura del castello erano lambite dalle acque del
mare adriatico. Successivamente la popolazione si
spinge verso la marina e soltanto nel 1615 viene costruita la chiesa di Santa Maria della spiaggia, la quale, dopo un’alluvione fu
ricostruita dov’è ora e chiamata “Cattedrale della marina”,
particolarmente venerata dal popolo sambenedettese da sempre legato al mare.
Questo non è che uno dei riflessi di
un’antica cultura legata al mare che da sempre costituisce il fulcro della vita
cittadina.
IL PORTO
Il tratto di costa davanti a San Benedetto, una volta piccolo
villaggio di pescatori, è stato sempre punto di attracco
per le barche che quotidianamente rientravano dalla pesca.
Nei primi decenni del 1900 erano molte le barche a vela che
scaricavano il loro pescato in riva al mare per essere venduto agli abitanti
che volevano acquistarlo. Nel 1919 c’era un breve braccio artificiale a
difendere le barche dalla mareggiate provenienti da
sud. Poi proprio a San Benedetto, nel 1912, fu costruito il primo peschereccio
(barca a motore e non più a vela) e si sentì il bisogno di un riparo più
efficiente.
All’inizio della II guerra mondiale (1939) il porto era costituito
da due braccia frangiflutti, uno a sud e l’altro a nord con una
imboccatura di circa 250 metri.
Negli anni ’60, dato l’incremento della flotta peschereccia,(erano ormai diverse decine i pescherecci che andavano a
pescare lungo le coste dell’Africa ed alcuni anche al largo delle coste del
nord d’Africa) si è provveduto al prolungamento del braccio sud. In quegli anni
il porto di San Benedetto ebbe uno sviluppo tale da essere considerato il primo
porto peschereccio d’Europa per flotta (numero di pescherecci), sia per il pescato (tonnellate di pesce commercializzato). Successivamente, negli anni ’80 si è avuto un ulteriore
allungamento del braccio meridionale fino ad avere l’attuale conformazione, ma
le attività del porto avevano ormai cominciato un inesauribile declino con il
disarmo progressivo dei pescherecci atlantici, che attualmente sono ridotti a
poche unità.
IL TURISMO
Non è da trascurare la vocazione turistica di San Benedetto, che si
può far risalire agli ultimi decenni del ‘800, quando
nacquero le prime strutture alberghiere e il primo stabilimento balneare.
Si capì che la ricchezza della città non era solo
la pesca, ma i tempi cominciavano a mutare con il turismo. Non
solo andare al mare per far guarire il bambino linfatico, ma andare al mare per
le vacanze.
Nel 1931 iniziarono diversi lavori proprio per migliorare l’aspetto
estetico e turistico della città.
Tra i diversi lavori di sistemazione fu anche realizzato il viale a
mare, l’attuale rotonda con viale Buozzi.
Il viale inaugurato nel 1932 era largo 30 mt
e fu considerato dai contemporanei spropositato. Il
progetto fu poi completato con la realizzazione, nella
zona sud dei giardini pubblici, di un insieme di strutture ricreative che
comprendevano due campi da tennis, un piazzale per il ballo, luoghi di ritrovo
e la Palazzina Azzurra.
Percorrendo i
IL GABBIANO JONATHAN LIVINGSTON
Realizzato dall’artista Mario Lupo nel 1986 per iniziativa del
circolo dei Sambenedettesi, il monumento al gabbiano Jonathan Livingston, protagonista
dell’indimenticato libro di Richard
Bach, sorge lungo la passeggiata del molo sud.
L’opera, proiettata per 10 mt verso l’azzurro del
mare e del cielo, racchiude in un cerchio azzurro la vita dei gabbiani e delle
acque. E’ il simbolo dell’operosità generosa e fattiva della
gente sambenedettese, protesa alla costante ricerca
del meglio per la propria città, della volontà e della tenacia tipiche della
gente di mare, gente abituata ad affrontare e superare silenziosamente ostacoli
e difficoltà per raggiungere sempre nuove mete .