La
Torre
dei Gualtieri risalente al XII-XIII sec., è l’antica postazione di comando dell’intero complesso
fortificato del Castello di San Benedetto, dalla quale era possibile
sorvegliare un ampio spazio costiero che si estendeva da oltre il fiume Tronto
ai confini di Cupra.
L’alta Torre con la sua singolarissima pianta
esagonale, che ricorda lo scafo di una nave, ha la caratteristica forma a
doppio puntone che permetteva la presenza di un maggior numero di uomini a difesa di tutto il territorio circostante.
La
dimensione dei lati risulta modesta (circa mt. 5) e le sue mura sono spesse almeno mt. 1,50. Al suo interno si compone di quattro livelli:
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al I° livello si accede
per mezzo di una porta ricavata dallo sfondamento di una parete realizzata
successivamente alla edificazione della Torre, venute meno le necessità
difensive;
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al II° livello è ancora
visibile l’ingresso originario (posterla) posto sul lato più esposto al mare
della fortificazione, al di sotto dell’orologio, al quale si accedeva facendo
uso di una scala retraibile;
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al III° livello è
alloggiato il meccanismo dell’orologio fabbricato nel 1906 dalla ditta Cesare
Fontana di Milano, il cui meccanismo è racchiuso in un telaio di ferro presso
fuso;
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al IV° livello, a quota
16.60 mt (terrazza) si apre un ampio orizzonte visivo
sulla città, sul retroterra e sul mare. Su questo livello sono collocate due
campane; la più grande è datata MDCCCLIII, pesa
6400 libbre
e fu
offerta dai “paroni” delle barche. Da quel momento
la Torre
verrà chiamata dai sambenedettesi “lu campanò” e ne scandirà la vita segnalando al mattino
la sveglia per l’uscita in mare, l’inizio delle lezioni scolastiche, più tardi
il mezzogiorno, le vaccinazioni primaverili ed autunnali (li vronze), suona a distesa per le feste nazionali,
patronali e religiose. L’apparato sommatale che cinge
la Torre
e ne fa una
costruzione slanciata, fu realizzato nel 1901 dall’Arch. Giuseppe Sacconi che sostituisce l’originaria merlatura guelfa totalmente
distrutta da eventi bellici, con l’attuale coronamento merlato alla ghibellina.
Nel novembre 2001 si è concluso l’ultimo restauro conservativo ad opera dell’Arch. Lola Lunerti che ha reso di
nuovo agibile il monumento restituito così alla sua città e che è meta di
numerosissime visite di sambenedettesi e turisti.
La realizzazione dell’illuminazione dell’apparato sommitale ricorda la
difesa piombante e trasforma
la
Torre
in un monolite di luce visibile in tutta la città e
riferimento notturno dal mare. La luce scende radente lungo le sei pareti, mettendo in evidenza anche l’orologio, fino alla piazza
sottostante denominata piazza G. Sacconi in onore dell’architetto Giuseppe
Sacconi, originariamente piazza Belvedere.